Il Mare che non ti aspetti


Forse fu allora che, stretta al mio albero, giurai che per tutta la vita  avrei inseguito i miei sogni e che alla fine, io e l’albero della mia nave, come una cosa sola, li avremmo raggiunti.

Diedi un nome al mio sogno. Lo chiamai il raggiungimento della felicità.

Sognavo di farlo proprio così: stretta al mio albero. Sola, come i vecchi marinai del porto dell’isola di Procida, sarei tornata un dì, anch’io giù al porto. Avrei raccontato la mia storia ai bambini. Una storia  non ancora mai narrata…Innerlight_450x600

Viaggiavo  rincorrendo sempre la curva del mare. Ritornavo in me, verso “casa” seguendo il dito di  mio nonno, che immaginavo continuasse a guidarmi ,tracciando in cielo dei segni, che indicassero la rotta del “ritorno”. I miei unici compagni erano: fede-speranza-carità

Salpai l’ancòra, lasciando dietro di me le spoglie di adolescente.

Attraversai il mare senza conoscerne la vastità

Incontrai la paura di essere sola

Toccai le sponde dei miei limiti

Accolsi come amici  gli spettri dei miei dubbi ed incertezze

Per poi lasciarmi scomparire laggiù, dove i sogni incontrano le balene, oltre la grande curva del mondo…

Un segno di ciò che si preparava, il destino l’aveva lasciato: le  gru e la loro forma in volo mentre si dispongono disegnando in cielo un angolo acuto. Un simbolo, chissà, una lettera greca Y, la lettera di Pitagora…

Teoremi indefiniti da  risolvere. Teorie da incastrare. Vento da ingabbiare nelle vele fin  su la cresta dell’onda… nell’infinità di blu, fra mare e cielo…

Arrivò quel giorno inaspettato. Lasciai la scotta della randa, e l’albero poggiò verso le mede luminose del porto interiore. Quanto tempo era trascorso, non so. Quanto all’invecchiare, il quadrante della mia vita era ritornato indietro. Il viaggio, però, non era ancora finito.

Sentivo il desiderio di ritornare nel luogo in cui tutto era cominciato.

Ormeggiai allo stesso palo di cedro piantato sulla riva all’ombra del mio primo passo.

I marinai raccontano storie meravigliose nei porti. Sono storie di ritorni, di conquiste, di terre lontane, di esplorazioni ai confini del mondo… sotto la tutela immediata del cielo. L’uomo non sa da dove vengano il vento e l’onda, poiché la barca è nelle mani di Dio”.

C’è un mare poco conosciuto, che racconta storie fuori dal comune.
Storie di delfini che si spiaggiano,
di tartarughe ferite, di incontri inattesi,
di squali, pesci luna e megattere.
E’ un mare meno noto, insospettato,
teatro di incontri fra uomini animati da una passione
e inconsueti animali marini.
E’ un mare che non ti aspetti. (M. Affronte)

4 commenti

  1. Connie ha detto:

    E’ sorprendente con quale intensità io mi immerga nel profondo delle tue parole. Voce dell’animo..oggi mi hai dato proprio delle vere perle. Grazie.
    Connie

    "Mi piace"

  2. demi4jesus ha detto:

    Mi hanno colpito molto queste parole:

    “Attraversai il mare senza conoscerne la vastità

    Incontrai la paura di essere sola

    Toccai le sponde dei miei limiti

    Accolsi come amici gli spettri dei miei dubbi ed incertezze

    Per poi lasciarmi scomparire laggiù, dove i sogni incontrano le balene, oltre la grande curva del mondo…”

    le sento mie più che mai… mi rammentano parte del mio viaggio su questa strada che è la vita…

    "Mi piace"

  3. Lorenzo ha detto:

    Fantastico questo pezzo di te bloccato sulla carta. Ed il bello è che, è vero per te e tratta di te, ma lo sento molto vero anche per me e credo per molti: molti si ritroverebbero in queste parole, ma sempre pochi perchè non tutti hanno tentato nella loro vita il Viaggio Santo, quello che ci conduce nelle profondità di noi stessi. Buona vita!

    "Mi piace"

  4. patty ha detto:

    mi piacciono queste tue similitudini della vita legate al mare..anke perkè ricorda ke se sai nuotare..e tu lo sai fare alla grande..non affondi mai ..

    "Mi piace"

Lascia un commento