La Corteccia e l’Essenza di un “Noi”

Noi che abbiamo imparato a dosare parole, gesti, sguardi per amarci senza più ferirci…

Noi che siamo ancora qui…

Noi che nei giorni d’estate abbiamo avvertito qualcosa di più, dietro le nostre apparenti diversità…e trovato ancore dove tenerci saldi nei momenti di alta marea.

Noi che abbiamo sentito che eravamo “diversi” ma ci emozionavano gli stessi tramonti, e navighiamo nello stesso mare, col cuore aperto anche se fà male…
Noi che abbiamo imparato a dare lo stesso sapore a gioia e dolore….
Noi che abbiamo imparato a mettere radici in nuovi suoni di una canzone,nuovi nutrimenti al nostro vivere quotidiano, nuove boccate d’ aria da prendere a piccoli sorsi…

Noi che abbiamo trovato il coraggio di “ vivere tutto, vivere dentro ogni cosa” dietro ciò che ci rende unici…nel bene e nel male.

Noi che oggi non abbiamo bisogno di grandi parole per saperci vicini…

Noi che oggi ridiamo insieme perché ci siamo conquistati nel rispetto delle nostre libertà di sentirsi “ differenti” senza farne un dramma…

Noi che forse ancora ci allontaneremo quando sentiremo forte il bisogno di stare vicini,ognuno al proprio modo d’essere…

Noi che ci abbiamo creduto anche quando non sembrava possibile…e  quando è stato reale abbiamo smesso di crederci, per imparare  poi a  reinventarci!

Noi che non misuriamo assenze e presenze per rispettarci ma che ne riconosciamo ogni singolo valore…
Noi che siamo complici a volte, amici a volte, amanti a volte…ma che coniughiamo tutti i tempi ed i modi della vita insieme

Noi che siamo figli del nostro “amore” e genitori di sogni infiniti…
Noi che ci addormentiamo mano nella mano…
Noi che siamo parole mai a caso…
Noi che abbiamo impiantato le stesse radici in questo volersi bene, senza aspettative né imposizioni, dove i rami della pazienza vedranno sbocciare i frutti, quando i tempi saranno medesimi e maturi per entrambi

Noi che siamo io con il mio ordine e tu con tutti i tuoi fogli sparsi che aspettano un destino,una fine…

Noi che sfogliamo ancora ricordi riascoltando canzoni in vinile…

Noi che siamo un “noi” che bisognava capire… ascoltare, lasciare libero di volare…
Noi con la luce negli occhi ed il sorriso spalancato nel cuore

Noi con due corpi ed un’unica anima  che abbraccia l’universo che ci sta intorno!

Al Cuore…

Vattene
Sei ancora in tempo!
Vattene
Voltati e dimentica tutto…
Tu puoi scegliere
Non vedi che mastico illusioni?
Io che cerco me stesso nel suo riflesso,
ma senza difetti né sbavature.
Io che sono assetata di perfezione innaturale
Fra un bacio ed un sospiro
Lascio che l’anima ribollisca senza il mio consenso,
mentre le parole singhiozzano a stento
quel filo che cuce emozioni,
tra cuore e ragione.

Tu non sai
Tu Non vuoi sapere
Non puoi sapere….
Sei troppo lontano per toccarmi
E troppo vicino per vedermi
Cosa credi di contemplare?
quel rosso che ti infiamma, è già sbiadito!
Quella luce che riflettono i suoi occhi,  è così effimera
È come una sirena incantatrice…
È inutile che scrivi ed urli il tuo sentimento sui muri
a caratteri cubitali con un pennarello indelebile
Presto, lui ne dimentichà il contenuto.
Il tramonto veste di luce i suoi pensieri,
non puoi scavalcare i confini del tempo.
Lame di vento spazzano via ogni sogno avverato,
ogni conquista nei giorni che passano, perde valore.
Sono farfalle che spiegano le ali
foglie ancora fresche, predestinate
Sono fiamme che bruciano la vita, senza lasciare tracce.
Sono cenere in fondo agli occhi, vetri rotti di un destino senza frutti.
È inutile convincersi che l’amore non abbia voglia di crescere, che basti all’amore.
Non mi basta riempire scatole di foto ricordi, singhiozzi, brividi congelati.
Necessito costruire nuovi progetti da condividere, abbracciare nuovi stimoli di cui farne il nettare dei miei giorni.
È l’istinto di ogni vita che vuole arrampicarsi in nuove immagini da sconvolgere e trasfigurare….
Non si può mettere a tacere.
Sarebbe come mettere limiti al cielo….
Prima che la tua bocca sia asciutta, ed i tuoi occhi senza un orizzonte, prima di andare a fondo,di capire che non puoi abbandonarti in me, e soffocare tutto nel silenzio di una notte,lasciami nell’incoscienza dei miei giorni felici, dove per me sei sempre stato e sempre sarai.
Chiudi il tuo sipario.
Nascosta dietro le tende
c’è la tua vita che attende di guardare un cielo
che qui non c’è.
Assaggerai una pienezza che ti arrende, riconoscerai la luce che ti accende, in un giorno che si spegne.

al cuor non si comanda
al cuor non si comanda

La Conchiglia ed il suo Mare…


Il sole scioglie nodi, mette tutto sotto la stessa luce, più chiara e trasparente, sostiene la mente nel mettere a fuoco tutte le venature di una storia caduta nella rete, i contorni di una vita spesa forse, solo in illusioni.

Il cuore s’incendia, divampa
E cerca ancora te.

Come ti devo invocare?

Ma non c’è alcun mare d’amore dove approdare, solo un oceano di male dove far affondare tutti i ” se” ed i milioni di perché.

Tu cerchi le mie conchiglie, le bagni e poi ti ritrai.
Ogni volta Mi si illumina il cuore.
Giace sul mio fondo.

Ora Mi difendo, sono rimasta io sola sul bagnasciuga, dalla parte del cuore.
Capita che ti svegli un giorno e ti metti giù a piangere come una bambina, senza un preciso perchè.
Capita che ti (ri) svegli sotto una pioggia di ceffoni, lunghi quanti gli anni che demograficamente hai, ma che addosso senti molti di più.
Capita che ti senti spalmata addosso l’unguento di quell’amore che lui sembra non (ri) conoscere più. L’odore lo annusi forte, e vivo si mescola alle tue lacrime, e non va via.

Ogni giorno dentro me rinasce più forte il suo nome.
Come farò a trovare la forza di estirparlo da me, quando nasce un nuovo giorno, e lui sarà andato via con la marea?
Sul fondo sabbioso delle sue ragioni, cerco una pace da donare al mio cuore, una morte che risuoni nella mente, come un amo ingannatore di speranza cui non abboccare.Come far comprendere al cuore che quell’isola battezzata “Noi due uniti nell’anima”,
costruita insieme, ha lo sguardo altrove, nuovi orizzonti da conquistare, che non gli apparterrà più?
 

Lui è il mio respiro profondo.

L’attimo d’eterno che più non scompare,resta tra pelle e cuore,sospeso a brillare come una gemma luminosa incastonata.


Il cuore non tace, balza fuori a farsi voce, diventa eco di una realtà invisibile, che s’intreccia ai sogni, per diventarne Senso, immensamente Grande.

 
Ogni giorno una parte di me, ripeterà il suo nome, perché lui è nel vento che soffia nella mia anima.
Sono come spiaggia asciutta, riva disarmata, in attesa che il mare culli il mio cuore e bagni le mie ali asciugando il sale…
 A volte, essere condannati a guardare dal di fuori suscita una grande melanconia.
E’ come recarsi ad una cena di famiglia e non poter partecipare; si frappone una gelida finestra.
Di un vetro bello spesso, antiproiettile, anti-incontro: ed io ti guardo raccogliere illusioni e conchiglie distese nel cielo, con la voglia di volare ancora… senza catene.
 
La nostra cena si consuma qui, dove frega quest’ultima onda…
 Il mare porta a riva i suoi tesori, ne ruba l’anima per lasciarli in preda al destino…
Va e viene nelle conchiglie, inondandole  e svuotandole.
Loro sono
le sue guardiane, odono risuonare forte  la sete di ricevere ancora le onde delle sue carezze, sono custodi di odori senza poter mai trattenerne l’essenza del suo sapore! 
  

Un amore imprigionato nel respiro del tempo


Alcuni di noi lasciano morire i grandi sogni, ma altri li nutrono e li proteggono… Tu non sei mai stata lontana un attimo dalla mia mente, presente nel mio cuore, in ogni battito.
 Mi sono chiesto per tutta la vita, come sarebbe andata a finire tra di noi, se non ci avessero allontanato…

Io non ti ho mai conosciuta, ma i tuoi occhi, l’armonia del tuo volto, l’ho custodito dentro me.
I tuoi occhi li ho incorniciati nella mia anima, è li che ogni notte, al buio, vedo un’altra vita, la luce di un’ emozione che straripa al pensiero che vola immaginando ciò che avremmo potuto vivere….
In questo tempo imprigionato, c’è stato spazio solo alle domande, incognite senza intravedere ombre all’orizzonte.
Chissà dove sei stata in tutto questo tempo, chissà se la vita ti ha sorriso, più di me…
Ho vissuto aspettando ancora ” un domani”, un incontro con i tuoi occhi, per renderti conto poi, che stai vivendo con il cuore sospeso…
Ci trascina questo mare di malinconia che ci portiamo dentro, c’è da affrontare con coraggio le insidie del mare “mai vissuto”, rischiare la vita per averne una migliore…
Certe volte mi rivedo magari che cammino accanto a Te, sogno ad occhi aperti,e mi risveglio senza Te.
Tu, come me, non hai mai avuto niente dall’amore,la vita non è stata facile neanche per te…

Ti ho cercata da sempre al di là di ogni luce.

Ti ho cercata nel mondo tra la guerra e la pace.

Nelle onde del mare che hanno odore di casa e calore di braccia tese. (un giorno nuovo – C. De Andrè)

Ora che ti ho davanti, che il destino è stato generoso, mi porti a guardare il mare…. come e’ azzurra questa acqua, li sotto questo mare c’e’ un mondo silenzioso fatto di colori meravigliosi, la nostra vita e’ come questo mare, sconosciuta, incognita…
Le cose vanno e vengono come le onde, e quando il mare e’ in burrasca in superficie nel profondo e’ calmo.
Le lacrime che inondano il cuore, sono gocce di quel mare infinito in cui le braccia faticano per coprire distanze incolmabili… ed io e te questo lo sappiamo bene.
Ciò che cicatrizza è la vita, che vince la malinconia e si fa corteccia di tanta fragilità.
Il buio delle nostre ferite sono occhi chiusi sulla vita, gli occhi di chi è mancato per troppo tempo.
Hanno chiuso una volta le porte delle nostre vite,prima che potessimo attraversarle e viverle…seguire la sua natura d’amore.
Ma ora che siamo uno di fronte all’altra, ora che possiamo intrecciare le parole, che diventano discorsi, che costruiscono persorsi, ponti di vita, possiamo essere padroni del nostro destino.

Da quest’istante in cui sei giunta a me nel mistero di questa vita,io ti ho riconosciuto nella mia anima, ho sentito la tua brezza soffiare nei miei ricordi ancestrali.

Che stano, in fondo siamo persone sconosciute, oceani immensi, eppure cosi’ simili e sentite…due persone che non si conoscono ma che si ritrovano in uno sguardo e affondano in un abbraccio…

Tu sei qui per la prima volta presente nella realtà, identica ai miei desideri, alle mie speranze, ai miei sogni…

Sei parte di me, e la mia anima lo sapeva, da sempre…

Ora c’è la vita che ci attende, non facciamola aspettare!

Trovare le strade che conducono a sé…

Chi non ha mai vacillato nell’acqua melmosa delle proprie insicurezze?

Chi non ha dovuto scalare strade intricate e d in salita, per imparare a riconoscere la propria incapacità di sentirsi unico e speciale, semplicemente per ciò che si è?

Sin da bambini si cerca di percepire il proprio valore, attraverso lo specchio dello sguardo altrui, per prima quello dei nostri genitori, diventa via via un marchio a fuoco che segna per la vita il modo in cui dovremo amare noi stessi e come vorremmo essere amati e considerati dagli altri.

E’ possibile essere amati se non si è convinti di essere amabili?
Da dove deriva questa difficoltà di darsi un valore?
 Amarsi è la premessa per una vita piena e armonica, per una percezione di sé degna di essere felice. Rispettarsi, come (ri)conoscere i propri interessi profondi al di là dello sguardo degli altri, è fondamentale per imparare ad essere felici.

Volersi bene non è un segno di orgoglio o egoismo, è una corona di sentimenti e valori positivi, tra cui l’ autostima, di cui creare le fondamenta del proprio Io.

Spesso nonostante ci si sente intelligenti, non si è affatto vincenti.Come si fa a far venire fuori il meglio di sé?

 In realtà quello che si pensa di se stessi sono auto svalutazioni come:
“Non valgo niente… Non sono degno d’amore…. Sono un buon annulla”


A volte lo sguardo di un genitore, un atteggiamento poco amorevole, una scarsa considerazione dei suoi desideri e delle cose che lo riguardano si traduce in una frase :” tu non sei nessuno” un condizionamento negativo per la propria vita che conduce ad essere soddisfatti per i propri fallimenti.Quando tutto sembra andare bene, ci si spaventa e si abbandona il campo, per paura di un successo che condurrebbe in un territorio sconosciuto.

 

Queste persone sono rassicurate solo dal fallimento delle proprie imprese.
Dietro le ripetizioni dei propri insuccessi si nasconde un comportamento che blocca l’individuo in uno schema e lo porta ad arenarsi.
Riuscire, infatti, sarebbe come rompere un patto….
Scontenti di sé stessi, si vaga a vuoto, nell’infinito girone della ricerca di qualcosa che possa dare senso alla propria vita , affidandola al “destino” nella speranza di una Svolta…
In realtà la strada da intraprendere è ritrovare il capo di quel filo che conduce alla parte più intima di noi e cominciare a parlarLe, a buttare fuori ciò che va e che non va, costruire con le proprie ferite, il rovescio di una Nuova vita dove il comandamento è un mantra: IO VALGO!67/365 Spring Forward!


 

Londra all’Improvviso…

Mancano circa 48 ore dalla mia prima volta a Londra. 48 ore: un salto nel buio.
Mi emozionano sempre le prima volte, mi emoziona quello che c’è prima, quest’attesa, quello che nella mente si fa spazio, dirada e allarga i pensieri, li fa danzare ad un ritmo accelerato, in un crescendo che è magia pura…

Le valigie sono aperte lì sul letto, in attesa anch’esse di essere riempite. Ma cosa è necessario portare con me, più della voglia di scoprire e di divorare con occhi, mani , bocca e tutti i sensi, tutto ciò che è possibile contenere in soli 5 giorni?
Che compito arduo, avranno i miei sensi in questi giorni… Infilzare la memoria di più cose possibili, più di quante ne abbia immaginate in 34 anni che sono al mondo e non deludere Miss. Aspettativa. Una donna rigida, esigente e sola, che non si accontenta mai e resta perennemente critica e delusa…

Infatti, sto pensando di boicottarla e svignarmela di prima mattina, prima che si accorga della mia partenza.. Allora si, che ci si divertirà!
Miss. Sorpresa ha detto che mi raggiungerà all’aeroporto e che vorrà condividere con me tutte le esperienze, è davvero simpatica, con quell’aria sbarazzina, una compagna di avventure insostituibile. Si, credo proprio che sarà carino scoprire con lei ogni nuovo angolo di questa città.

Sono aperta, mia cara Lady London, ad ammirare ogni tua sfumatura, ogni linea o curva, ogni prezioso grappolo di vita che si avvilupperà davanti i miei occhi, e dentro la mia pelle,… chissà

Ho pennelli e tempere per raccogliere tutti i tuoi colori, ed imprimerli per sempre, nel quadro della mia memoria. Chissà quanti rewind e fermo immagine…

Mi attenderà immancabile, il tuo cielo a catinelle rovesciato, le corse e gli incroci fortuiti nella metro, la musica del tuo dotto Big Ben… o forse un sole spalancato sui tetti incolonnati, un’ombra del tuo fumo, un’aria misteriosa ma leggera…

Io sarò puntuale al ns. appuntamento, quello che quella bimba di 6 anni ha stretto con te tanti anni fa, guardando una semplice fotografia, in un libro scolastico “you”.

Da quel momento ti ho stretto nel mio cuore, ti ho vissuto nel silenzio dei miei sogni per 34 anni, ed ora sono pronta per celebrare e suggellare questo incontro, come promesso, prima che compia il mio 35 esimo anno.

Ho sbagliato tutto, mia cara Lady… perché mi sono fatta troppe domande su questo strano senso di appartenenza…

Non avrei dovuto aspettare tanto, l’amore non si fa mai attendere…

Così questo mio amore per te ha ben poco a che vedere con la razionalità.

Ci si innamora, punto e basta!
.…”I’ve got London under my skin…”

 

London Stampa artistica di Andrea Laliberte

*stampa aritistica di Andrea Laliberte

Stoica Cecità

Sempre più alla deriva, al margine, la vita. Oggi quella di Lorena Cultraro, a soli 14 anni.

Manipolata, stritolata,stuprata, soffocata, bruciata strappata via dalla ferocia, stoica cecità di “piccoli” uomini, dal comportamento simile a bestie che, non contenti,l’hanno buttata  nel pozzo.

E’ il contagio di qualcosa di cui non si conosce la causa?

Quello che si replica giorno dopo giorno sembra una premonizione, o una previsione che il grande premio Nobel per la letteratura portoghese José Saramago nel 1995, ha descritto nel suo romanzo, Cecità.


In una città qualunque, di un paese qualunque, un guidatore sta fermo al semaforo in attesa del verde quando si accorge di perdere la vista. All’inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, ma non è cosí. Gli viene diagnosticata una cecità dovuta a una malattia sconosciuta: un «mal bianco» che avvolge la sua vittima in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: è l’inizio di un’epidemia che colpisce progressivamente tutta la città, e l’intero paese. I ciechi, rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel piú totale abbrutimento da chi non è stato ancora contagiato, scoprono su se stessi e in se stessi, la repressione sanguinosa e l’ipocrisia del potere, la sopraffazione, il ricatto e, peggio di tutto, l’indifferenza”.

Paradossalmente, è proprio il mondo delle ombre a rivelare molte cose sul mondo che credevamo di vedere.

“… Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.”

La società contemporanea, come sostiene Saramago,è “cieca” poiché è indifferente,si è perso il senso di solidarietà fra le persone.

Ciò che prevale è brutalità ed egoismo.

Ciò che invece dovrebbe esserci e prevalere è guardare il bisogno altrui e il limite da non valicare mai, senza

la cecità della totale chiusura.
Toccherebbe occuparsi e pre-occuparsi nei rapporti umani.

“Il presente che ci resta:
…dalla perdita presente alla trama a venire, noi siamo dove?” F. Alborghetti

Tutto ciò che abbiamo vissuto è scritto per sempre dentro di noi e può riemergere in ogni istante, intriso di perdite e di dolori nella propria memoria.

La memoria è coscienza.

Questa brutalità non è una linea d’ombra, è realtà evidente!

Non si può lavare via!


 

Al viale degli amanti

Lascia che sia la sera a spargersi nei viali del cuore con le sue atmosfere, mentre mi volto indietro e svuoto la valigia dei ricordi… 
Rimangono i capelli sulle spalle, le punte fragili dei nostri errori, uno zibaldone
di materiali emotivi.E gli occhi rossi pieni di lacrime per il vuoto rubato dal vento di quel tempo dove
ciò che arriva è l’emozione

Lascia che sia ancora la sera, a farci illudere,

Prima che passi questa notte invano…

Non rimpiangere il buon tempo, quando c’è burrasca, è come sprecare energie contro natura…

Bisogna ingannare la mente, portarla altrove anche quando ha attraccato l’àncora in un tempo che è fumo e non puoi trattenete.

Qualcuno mi ha chiesto di parlare ancora, di formulare un “diario coralee chiedermi cosa voglio ora.

La mia risposta è sempre la stessa:
un’occasione di relazione!

Vicende che, mi facciano ancora emozionare, pensare, divertire, confrontare… CRESCERE

Siamo stati sugli scogli,un ” ieri”.
Come nuvole
A prendere un po’ di sole e a sentire

come può essere la vita quando ne hai mangiata abbastanza.

Curiosi di capire se ne abbiamo ancora voglia.

Animali feriti, incerti se rintanarsi per paura in un luogo sicuro

o andare fuori a vedere se le stelle sono ancora lo sputo di dio.

Certe cose vengono quando vengono, e non è detto

che sia sufficiente uno scoglio o un po’ di sole

a farci dimenticare che stiamo ancora soffrendo

per cose di cui potremo ancora soffrire.

E così ho finito per scriverci su una poesia.

Poi, mi dico che questo è successo a migliaia di uomini, e donne,

prima di me, e te.
Bisogna essere proprio presuntuosi per credere di essere sempre e comunque fabbri del proprio destino.
Poi ti vedo andare “via”, e resto lì a chiedermi se domani avrò il coraggio di chiamarti ancora Amore. (Luther Blissett)
Se sarò ancora capace di renderti indietro un’emozione
Le cose che non hai chiesto mai… capitano e basta, ti prendono una volta sola, senza replay.
Come può essere al limite ogni singolo sentire…

In me germoglia

di ora
in ora
la voglia di leggere “Amore” in ogni cielo di vita…