Non più Dimessa

Una sinfonia…
Una lacrima…
Un ricordo…
I calzari consumati dal terrore, l’immagine  di una donna stropicciata  dalla sofferenza di non poter essere sè stessa, la paura veste tutti allo stesso modo e irrigidisce i volti.
Ogni donna è chiamata a fare festa,ognuna vuole abbandonare per strada quel velo e lasciarlo nel vento di quello che è stato e mai più sarà… Oggi siamo icone di eccellenza e non è più di moda  abbassare lo sguardo. Oggi siamo promotrici della rivoluzione, dell’incalzare ribellione…
Aperte le ali del sogno la forza ci incise l’anima a tempo indeterminato, un impeto che sembra non aver mai sottratto una  così significativa convinzione  dell’essere. Il muro della censura ha cominciato ad incrinarsi,  e la gente ha  aperto gli occhi.  Siamo brave noi a fiutare il vento, a percepire i desideri di libertà d’espressione. Siamo brave noi, a non abbassare quello sguardo, a non essere geisha delle convenzioni, dei pregiudizi, a non arrendere il respiro e cedere la mano. “L’urlo a forza di vita spezza il mare incontestato  dell’indecenza e trova nella pietra del fondamento la grazia dell’affiorare.”

Tra le due sponde del Mediterraneo  c’è un mare d’infomazione che attende che il Mondo sappia… C’è un mondo in movimento, non stiamo alla finestra!
Tra gli orti  degli eventi, donna  tu sei la docile radice tuberosa confitta nella terra,ti vedo come l’ombra del vino nel bicchiere, il sapone che lava questo mondo dall’ ignoto, il miele  che gli ridona dolcezza e misura, nelle stanze mezze chiuse del sapere.

Sei lingua di sutura del riposo dei bambini, un giro in passerella col vestito nuovo , quello che osa e fa parlare di te, senza più alcuna repressione.

Il tuo sguardo progressista colleziona successi per un futuro in vista di sviluppo ed integrazione. Hai liberato i discorsi “razzisti” ,non hai dato tregua alla finta tolleranza, hai impiantato un nuovo credo in una terra. Perchè l’unica sottomissione che l’uomo conosca e conoscerà è quella a DIO!

Quando il peggio accadrà, rammenterò a me stessa che posso e voglio superarlo.

Sono rimasta sbalordita dalla grande forza che ho scoperto in me stessa e nelle persone disperate che ho conosciuto.
Ora so che, per quanto terribili siano i problemi che mi si prospettano,esiste in me una forza inesplicabile e una gioia futura. E, certamente quella stessa forza la possedete anche voi.(Helen Exley)

I STAY ON THE GRASS

Sono tornata nel mio luogo di sempre, nelle quattro mura colorate che ho reso “casa”, con l’anima trasmigrata in Inghilterra.
Un’emozione lunga un viaggio!

E’ inutile nascondere le mie difficoltà a ritornare alla vita di sempre…
Avrei preferito portare lì, tutte le presenze a me care ed indispensabili, ma i cambiamenti repentini ed istintivi, si sa, non sono quelli più duraturi nel tempo.

Mi sono arrampicata con lo sguardo su tutte le superfici, ed i miei occhi hanno continuato a brillare attraverso la scia di cose impresse, persone, paesaggi, inglobandoli per sempre nella memoria emotiva, quella a sud del cervello.

Ho sempre creduto che il territorio non sia una semplice realtà geografica, ma comprenda lo spazio vissuto, i luoghi dell’infanzia, ma come spiegare(mi) quella in cui non ho mai messo piede prima d’ora è un’ impresa assai ardua.

Non ho mai incontrato Lady aspettativa e non so nemmeno dove abita.
La mia compagna di avventura è stata puntuale e costante, una che sa condividere e strizzarti l’occhio sempre al momento giusto, capace di catturare angoli inconsueti.
Si, parlo di Miss Sorpresa…



Sarà che mi piace fare la colazione abbondante, impregnarmi le ossa delle atmosfere dei mercatini, circondarmi dell’immensità di verde che incontri ad ogni angolo o centro della città…

Sarà che mi piace la vicinanza delle case attaccate che creano un arcobaleno di colori, sarà che amo i contrasti, le differenze, mangiare cornish pastie fino alla nausea, il rispetto del senso civico, avventurarmi nel nuovo…

Niente era diverso da come me lo ero immaginato, anche se la pioggia scendeva giù, l’entusiasmo saliva .

Mi sono sentita come una protagonista dei libri di Doris Lessing nei suoi “racconti londinesi”, nell’osservare il mondo che mi circondava, ero ammaliata da un universo inglese fatto di diverse etnie, classi, comportamenti sociali, abitudini e  riti. Costretta (si fa per dire) a rallentare i miei ritmi, sbarazzandomi della fretta e delle preoccupazioni, più vicina a guardare con la dovuta attenzione ogni minimo particolare.
in questo nuovo ordine di cose, ho riscoperto una “fisicità” dei luoghi.

“Walking across the park, the light welded buildings, trees and scarlet buses into something familiar and beautiful, and I knew myself to be at home.”

Camminando nel parco, la luce attraversò i palazzi, gli alberi ed pulman rossi a due piani, diventarono bellissimi e d all’improvviso familiari, ed io riconobbi me stessa come essere a casa – scrive Doris Lessing nel 1957

Il respiro cede nel canto d’improvvisazione di un signore che, con il suo sassofono suona nella metropolitana le note di “aint’ no sunshine..”

Sole sognato, sole inseguito, sole che illumina squarci, si diverte a creare figure geometriche anche sulle pietre di Stonhenge, scompare dietro al parlamento per riposarsi ai piedi di eros in Piccadilly circus..

Il tower bridge è “so wonderful” mentre bagna i suoi piedi nel Tamigi ed alza le braccia al cielo,al passaggio di una nave mercantile, sotto l’occhio scrutatore della ruota osservatrice più grande del mondo, che ti permette di contenere con un solo sguardo tutto il cuore di questa città.

Ho abbracciato un albero ultra centenario in st. James park, l’ho stretto per un po’, immaginando i suoi vissuti, ciò cui ha assistito, scene e scenari magari storici. Ho camminato per ore in covent garden incantata dai suoi giullari ed artisti di strada, ho guardato il cielo incorporare il blu della notte, sognando la mia prossima vita qui, o cercando di rispolverare quella precedente…

Per gli induisti, dopo la morte, ogni individuo rinasce in un altro corpo e la sua anima può tornare sulla terra con sembianze umane, animali o vegetali, io nella prossima spero di essere un albero trapiantato in Hide Park, con le radici distese nel verde e le foglie piene di uccelli…per inebriarmi di pace e canto.

Per ora… I stay on the grass.


In my mind:
Ain’t no sunshine when she’s gone.
It’s not warm when she’s away.
Ain’t no sunshine when she’s gone
And she’s always gone too long anytime she goes away.
Wonder this time where she’s gone,
Wonder if she’s gone to stay
Ain’t no sunshine when she’s gone
And this house just ain’t no home anytime she goes away.-
Bill Withers – Ain’t No Sunshine-

Londra all’Improvviso…

Mancano circa 48 ore dalla mia prima volta a Londra. 48 ore: un salto nel buio.
Mi emozionano sempre le prima volte, mi emoziona quello che c’è prima, quest’attesa, quello che nella mente si fa spazio, dirada e allarga i pensieri, li fa danzare ad un ritmo accelerato, in un crescendo che è magia pura…

Le valigie sono aperte lì sul letto, in attesa anch’esse di essere riempite. Ma cosa è necessario portare con me, più della voglia di scoprire e di divorare con occhi, mani , bocca e tutti i sensi, tutto ciò che è possibile contenere in soli 5 giorni?
Che compito arduo, avranno i miei sensi in questi giorni… Infilzare la memoria di più cose possibili, più di quante ne abbia immaginate in 34 anni che sono al mondo e non deludere Miss. Aspettativa. Una donna rigida, esigente e sola, che non si accontenta mai e resta perennemente critica e delusa…

Infatti, sto pensando di boicottarla e svignarmela di prima mattina, prima che si accorga della mia partenza.. Allora si, che ci si divertirà!
Miss. Sorpresa ha detto che mi raggiungerà all’aeroporto e che vorrà condividere con me tutte le esperienze, è davvero simpatica, con quell’aria sbarazzina, una compagna di avventure insostituibile. Si, credo proprio che sarà carino scoprire con lei ogni nuovo angolo di questa città.

Sono aperta, mia cara Lady London, ad ammirare ogni tua sfumatura, ogni linea o curva, ogni prezioso grappolo di vita che si avvilupperà davanti i miei occhi, e dentro la mia pelle,… chissà

Ho pennelli e tempere per raccogliere tutti i tuoi colori, ed imprimerli per sempre, nel quadro della mia memoria. Chissà quanti rewind e fermo immagine…

Mi attenderà immancabile, il tuo cielo a catinelle rovesciato, le corse e gli incroci fortuiti nella metro, la musica del tuo dotto Big Ben… o forse un sole spalancato sui tetti incolonnati, un’ombra del tuo fumo, un’aria misteriosa ma leggera…

Io sarò puntuale al ns. appuntamento, quello che quella bimba di 6 anni ha stretto con te tanti anni fa, guardando una semplice fotografia, in un libro scolastico “you”.

Da quel momento ti ho stretto nel mio cuore, ti ho vissuto nel silenzio dei miei sogni per 34 anni, ed ora sono pronta per celebrare e suggellare questo incontro, come promesso, prima che compia il mio 35 esimo anno.

Ho sbagliato tutto, mia cara Lady… perché mi sono fatta troppe domande su questo strano senso di appartenenza…

Non avrei dovuto aspettare tanto, l’amore non si fa mai attendere…

Così questo mio amore per te ha ben poco a che vedere con la razionalità.

Ci si innamora, punto e basta!
.…”I’ve got London under my skin…”

 

London Stampa artistica di Andrea Laliberte

*stampa aritistica di Andrea Laliberte

Distesa nel Vento del Nord

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Oggi ho perso la mia direzione.Dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato…?Suonano nella mia testa certe note di copertina, il vento sembra avere fretta, vuole correre chissà dove… mentre mi scompiglia i capelli, sale su per le maniche del cappotto, mi regala brividi di freddo, accompagna la mia mente in un viaggio che desidero da tempo, in un luogo lontano tra i ghiacciai del  Nord.Io, alla ricerca del divano “perfetto”. Immenso, bianco, soffice, dove affondarci dentro con tutti i desideri da materializzare, per incanto.Ho voglia di andare lontano da questa realtà e non  mi basta  percorrere pochi chilometri.Roma è una città che non fa caso a chi c’è chi non c’ è.

Napoli mi sta stretta, anche se è stesa nel suo golfo fra luci ammaliatrici, che riconosci a mala pena, contornata da finti bagliori e vuoti a rendere, sparsi sui marciapiedi.

La città degli opposti incantatori, delle vittime che “chiagnene e fottene”.

Sono alla ricerca di una quercia solitaria su distese di colline irlandesi, di una Stoccolma sempre diversa, o che so di una “fiesta” boreale, tra navi rompighiaccio e miti vichinghi, sotto il sole di mezzanotte.

Un gran tour scandinavo attraversando, con la mente nuda, Islanda, Svezia, Lapponia, Finlandia, Danimarca, Norvegia, gli arcipelaghi delle Åland e delle Lofoten, “l’isola delle aringhe”, tocca poi i confini del la Germania e dei fratelli Grimm.Lì, vorrei mi portasse questo vento stasera, che altro non fa che stingermi in una morsa, quasi a togliermi il fiato.Su un divano del Nord  che ospiti meditazioni sopraffine e itinerari fuori dal comune, grandi scenari e colpi di scena: dallo “strappo” islandese fra due continenti, al “dialogo intimo” con le balene nelle viscere del vulcano Krafla,  volare  in Danimarca   con il deltaplano  quasi a toccare le cime di tetti e cucuzzoli  che “pensano”, fino a scoprire i cibi e le erbe che il coltello finlandese spalmerà sul pane caldo, appena sfornato.  Prelibatezze e piatti “a rischio” che si stenderebbero nel palato per far godere il gusto:

una fermentata surströmming, il formaggio gjetost, da fare invidia a tutti i francesi.

Qualcosa di mistico e di domestico, che vive solo nel divano della mia mente…

che diventa fumo visto l’avvicinarsi dell’ora di cena…

stimolano l’acquolina in bocca, si scioglie  l’idea del viaggio, fino a farmi paracadutare completamente in casa mia. 

Eccomi qua. Ecco il  divano di sempre, un confine vivente, un cosmo di un’altra sintassi, altre  visioni….

Per ora il mio divano nel vento del Nord è solo un tappeto volante  che plana nella mia mente.

Il Paradiso mi attende

La valigia è pronta da giorni, in attesa di finire le ultime cose. Forse ce l’ho fatta!Già, le ultime gocce spremute di fatica e sudore, e poi anche se per pochi giorni, spiego le vele…  

“La natura ci appaga, ci conosce è parte di noi.
 Sa stordirci con i suoi profumi ed i suoi sapori,
 sa stupire i nostri occhi nell’incanto della sua

 
bellezza, asseconda il nostro spirito cullandolo
 nell’armonia dei suoi misteri….

filicudi.jpg Mare cristallino, rocce vulcaniche, sole caldo,

 ginestre, capperi, profumi di lavanda e rosmarino,

 sapori di tradizioni antiche…

 Questo è il mediterraneo…questo è  il mio angolo di paradiso

 l’isola della felicità del tempo ritrovato, della pace,

 il luogo dove è possibile ricongiungersi

 al proprio respiro interiore.”

* le spendide parole, sono espressione dell’ hotel La Canna dove sarò ospite  

7 giorni incontaminati…

7 agosto 2007 ore 7.30

Mi giro e mi rigiro nel letto, arrotolata nelle lenzuola come un involtino primavera. Sbraito, smaniosa, perchè si profila ancora un  risveglio ingombrante,  con la mia “to do list” più lunga che mai. Un altro giorno di duro lavoro, senza alcun profilo all’orizzonte di un’ipotesi di vacanza…

Guardo le offerte last-minute, foto accattivanti di isole lontane, spiagge desolate e  mi mordo la lingua…Fisso lo sguardo sul dipinto che ho sulla parete, un mare sconfinato, un’infinità di blu, dove vorrei sprofondare, insieme a tutti i miei pensieri…

Mi basterebbero 7 giorni e 7 notti. In quell’isola a Sud del Mondo, ed io, come un pirata, la concquisterei, ne ruberei i sapori, radunerei un nugolo di colori, un concentrato di luce e blu, mare, sole e cielo senza confine, da contenere dentro me fino alla prossima estate. Sperando che il vento non sia contrario e cambi direzione!

casalmare.jpg

Questa è la mia dimora, dove risiedo su un’amaca, almeno nei miei sogni…

Senza Filtri

emotion.jpg…e SVEGLIARSI  con la voglia d’ (a)mare, con la voglia di partire, di fare tante cose con te…Alzarsi, e ritrovare gli stessi gesti, il sapore di sempre la calura insieme al caffè, e tu che hai tanti pensieri da indirizzare, sistemi binari da inserire in un progetto più grande di te… il mare non attende, come quest’estate, che ci scappa di mano, mentre ridiamo di niente, per smorzare la voglia tremula di andare lontano lontano…No, che non si può, mettere su le ali, né prendere la moto, per ritrovarsi uno scalino più su..E restare uniti, anche nel sudore, nelle fatica che trema nelle mani, aspettando un giorno migliore, un giorno solo, per portarmi al mare… 

E bagnarci d’acqua corrente,

 e farsi attraversare in tutte le fessure,

e respirare  l’odore di fresco che riposa sulla tua pelle,

 e sentire casa l’unico luogo sicuro e desiderato, con la pace distesa al (mio) sole.

E si resta, così, stesi, con l’anima nuda, senza filtri… senza alcun “select & reject”…

Sul fondo di noi,alla fine del giorno, la risacca di un unico desiderio sospeso.

Se non so dire quel che sento dentro
come un cieco come un sordo,
se non so fare quel che si deve fare
come una scimmia come un gatto,
se non so amare come si deve amare
come un bambino come un cretino,
se non so dare come una tasca vuota
come un problema ormai risolto.
Averti addosso
si, come una camicia come un cappotto
come una tasca piena come un bottone
come una foglia morta come un rimpianto.
Averti addosso
come le mie mani, come un colore,
come la mia voce, la mia stanchezza
come una gioia nuova, come un regalo.
E se il mio cuore vuole cadere da bocca
che ti cerca e che ti inghiotte
così mi porta dentro la tua vita
questa canzone dell’unità.
Averti addosso
come le mie mani, come un colore,
come la mia voce, la mia stanchezza
come una gioia nuova, come un regalo.
Averti addosso
come la mia estate di S. Martino
come una ruga nuova come un sorriso
come un indizio falso come una colpa.
Averti addosso
come un giorno di sole a metà di maggio
che scalda la tua pelle e scioglie il cuore
e che ti da la forza di ricominciare.
Averti addosso
averti insieme
restare insieme, volerti bene.
Averti addosso
averti insieme
restare insieme, volerti bene “Gino Paoli”- Averti Addossoinizio-destate.jpg
  foto di <Nuage de Nuit>

La spiaggia della vita che cambia forma

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Mancano poche settimane, e parte  il “Via” alle sospirate vacanze. La corsa per decidere la destinazione del meritato riposo è agli sgoccioli, o quasi,  ma la mente è già in viaggio, mentre segue la scia di un aereo, alla ricerca dell’armonia perduta. S’ Immaginano distese di sabbia, pensieri sciolti in un mare di relax magari su un’ amaca, con il fruscio di un’ acqua cristallina  che dondola e coccola ogni attimo,non più scandito, oramai più leggero…fuori dal tempo,praticamente in paradiso.

Costruire un’oasi di pace nella propria testa è facile, non si rischia mai di scontra rsi con la realtà, che riserva sempre sorprese, “assi nella manica”, che sconvolgono le aspettative, rischiando di dire addio al tanto desiderato riposo. E’ così che si fa ritorno a “casa”, con un bagaglio triplicato di delusioni scomode, intolleranze indigeste, cartoline che non si è mai avuto il piacere di vivere, perchè frutto della fantasia.

Ci si può stressare anche per organizzare una vacanza, un viaggio che dovrebbe essere una valvola di sfogo alla routine, si trasforma come un vortice di esperienze negative, disastrose, da cancellare.

Tutta colpa delle nostre aspettative, dei “ricami”, che soprattutto noi donne, amiamo fare con la mente…

Questo è un modo sicuro per essere sempre delusi dalla vita, quella vera, gratutita che ogni giorno offre. Io sono la prima a mettere sotto chiave la mia vita. L’ho inchiodata un milione di volte alle regole del “tutto sotto controllo”, l’ho resa immobile, l’ho spogliata di ogni follia… ed io, disorientata, come una nave senza bussola, sono un pò spaventata dalla brezza del vento dell’imprevedibilità, dell’improgrammato, per una volta muta, a zittir parole, ad ascoltare solo l’istinto, la voce del Cuore… Ho deciso di vivere quello che verrà, Ho deciso di non decidere che ne sarà di quest’estate, di questa vita e delle sue stagioni. Ho deciso di mollare le redini, di non seguire un iter prescritto…forse questo sarà il “Viaggio” più entusiasmante che si possa VIVERE, sarà toccare le sponde di realtà sconosciute, guardare oltre la finestra del sogno e non accontentarsi di sporcare solo la punta del naso ….

“I sognatori non hanno braccia per accogliere gli eventi, non hanno mani per toccare la realtà, non hanno piedi per camminare su asfalti ruvidi o vischiosi,bagnati dalla pioggia.

I sognatori hanno solo ali e non cadono mai, non si sbucciano le ginocchia. Vivono su un’isola che spesso ha forme di nuvola, leggeri  perché privi di catene, di rischio.

I sognatori riempiono le mani di sabbia, che chiamano oro, che lasciano scorrere fra le dita come le immagini, le parole sognate, mai pronunciate, congelate nella paura del domani.

I sognatori, vivono tre metri da terra, non si sporcano le mani per colorare i propri desideri che chiudono a chiave nella stiva della rinuncia, mentre il battello della vita è arenato nelle sabbie mobili di una canzone, incantata..

sulla-punta-del-naso.jpgI sognatori si affidano alle stelle, sono anime senza coordinate perse nella penombra della notte, impegnati a “vivere” dietro un velo, legati ad una o cento vite immaginarie, aggrappati alla stessa scena,  un dejà-vecù che è solo un incantesimo precostituito privo di follia.”